EL CASTUO EL BABLE EXTREMEÑO GABRIEL Y GALÁN EXIMO POETA IN QUESTO DIALETTO
Sono passate le forti lune di gennaio, i miei riflessi crepitano, provo pietà per la mia patria, confusa e devastata, ma il dolore e la nostalgia fanno parte della mia condizione di cristiano, per ripetere le idee in vigore, lasciamo la Moncloa cacciatore di conchiglie testardo nel suo lavoro di frantumare tutto ciò che era prezioso nella nostra idiosincrasia, scortato dalle sue forti femmine. Forse ne stiamo vivendo altri 98. Ho letto Gabriel y Galán, poeta a Castúo, che è la lingua di Salamanca e dell'Estremadura (Plasencia e Cáceres furono l'emporio delle avances della riconquista e fondarono le loro sedi e i loro nobili castelli asturiani là, questa regione, dove si parlava il vivace gergo regionale, somiglia tanto alle Asturie ea León che non è altro che un dialetto, che non è affatto umiliante perché la Divina Commedia e l'Iliade erano scritte in dialetto. Granadilla che se ne andò scuola per maneggiare l'aratro trovo una lingua viva la lingua del popolo con i suoi giri e le sue corruzioni che rendono accattivante il dialetto. Conoscete il Piyayu? Ricordo nella mia infanzia che Pepe Iglesias, rapsodo segoviano e uomo di sinistra, quello mio padre è uscito di galera e gli ha raccontato le battute di Maggioranze che mio padre prendeva dalla caserma con cui sfamare la sua famiglia, il christo benditu ondi recitò una poesia giurata quelle volte quelli che forse non guelvan quando ero una persona che recitava commedie e alleluia cantavano anche per cantalo nell'egresia
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