2022-10-28

 IL GIORNO DELLA MIA PRIMA COMUNIONE 56 ANNI FA


Antonio Parra


Ci sono tre giovedì nell'anno che brillano più del sole: i Giudici Santo Corpus Christi e il giorno dell'Ascensione. Quel giorno nella mia amata Segovia fu la festa dell'Ascensione, un giorno grigio coperto di nuvole e dolci canti silenziosi del serafino della felicità. Oggi su questo versante della Morta e delle Sette Cime, sacre cuspidi della mia infanzia che vedo o intuisco dai campi di Brunete, campi della mia "vecchiaia", splende uno splendido sole 56 anni dopo ed oggi è il Corpus Domini, il solenne festa dell'Eucaristia, che in greco significa sentire la grazia ed essere in sintonia con la bellezza. Eucaristia ed elogi nel mio cuore. L'elogio sta parlando bene. Prosperare in comunione con il Logos. Il verbo. In linea di principio era Verbum. Uno da allora è stato un Eulogio che va per la strada cercando l'ostia che è perennemente esposta nel cuore e che irradia fuoco interiore. Il fuoco divino è sceso sulla terra e sarà con noi fino alla fine dei tempi. Questo mistero, nessun mortale dopo Giovanni Evangelista è stato in grado di tradurlo in parole umane con tanto acume e prospettiva quanto Tommaso d'Aquino. teologia globale. Punge lengua gloriossi Cosporis Mysterium sanguinisque pretiosi quem in mundi pretrium fructus ventri generosi Rex effuditi gentium (canya mia lingua il mistero del corpo glorioso e del Sangue che il Re delle nazioni, figlio del generoso grembo di una Madre, versò per soccorrere i mondo). I miei amici d'infanzia si chiamavano Toñi Merceditas Rafita José Luis e mio fratello Javi. Ricordo perfettamente il giorno prima di quel giorno. Era una giornata calda. Toñi Rafita Merche José Luis Casado ed io, mentre tutte le campane delle quaranta e più chiese di Segovia risuonavano gloriosamente, suonavamo la cotta di maglia tra le rocce del fiume Clamores. C'erano ancora bianchi nevai in montagna e faceva caldo. Ricordo nonno Benjamín seduto sul terrazzo di quella casa di Valdevilla recentemente aperta. Aveva portato un cesto di amarene fresche dal frutteto e pane bianco.


         -Qui, figliolo, puoi ancora mangiare fino alle dodici di sera


         - Non ho peccato, nonno?


         -No, ma devi essere buono e ben comandato.


         -Sì.


Quella merenda fu una squisita cena degli dei con un corrusco della pagnotta appena sfornata a mano accanto al caro nonno Beniamino che pigramente si era tirato il berretto sugli occhi per proteggersi dai raggi di Apollo che indorava i parapetti del ponte romano e crepe proiettate luci tra le foglie della giovane acacia. Dopo la mezzanotte non si poteva bere un bicchiere d'acqua e nella Spagna cattolica si osservava religiosamente la norma del digiuno che ora desidero ardentemente e tanto che alcuni si sentivano scrupolosi se avessero inavvertitamente mangiato del cibo e commesso sacrilegio. Mi sono svegliato quasi all'alba e la sorpresa è stata nella sala da pranzo: il mio abito da prima comunione che mi era stato fatto su misura da Blas Carpintero, il sarto di Segovia di origine ebraica, tra l'altro, e di cui ricordo la testa pelata, la sua naso grosso e le sue dita esperte e carezzevoli durante le misurazioni. Persona così loquace e buona e degli anelli d'oro alle dita che devono essere valsi una fortuna. A quei tempi bastava il bisogno sartoriale degli alfayate per una posizione comoda: era un abito bianco con mantello e ricami. Tutto era bianco e puro. Un buon mantello copre tutto tranne quel vestito della mia prima comunione su cui mi sono seduto che non copriva nemmeno ma mostrava un bambino puro e felice. Bianco dall'alto verso il basso. Bianche anche le scarpe: il papillon, il gilet, la camicia, la cintura, la molletta, i passanti. Tutto. Il signor Casado e la signora Henar, i genitori di Mercedita, sono venuti a vedere la comunione uscire di casa.


         Vediamo se ci sporchiamo eh.


E con loro siamo partiti a piedi, un intero seguito di quindici o venti persone perché i miei genitori, mio ​​nonno Benja, i miei zii e mio fratello Javi, che era vestito da marinaio e che ricevette il primo pestaggio della mia prima comunione, che non era suo, mi accompagnò Bene, l'unica cosa che gli venne in mente fu di entrare in una pozzanghera e mettersi il vestito da marinaio. Cominciò a piangere e a dire:


         -Voglio fare la prima comunione come mio fratello


         "Lascialo, è proprio stupido" disse mio padre dandogli una pacca sul sedere, ma con quanto fosse forte mio padre e quanto fosse grassa la sua mano per aver squadrato pezzi di artiglieria nei campi, una sua carezza fu come una conferma dal vescovo. Quando siamo arrivati ​​alla chiesa clarettiana, l'atrio era pieno di famiglie che accompagnavano i comunicanti. Benedetto il divertimento dei bambini.


         -La candela Hai portato la candela?


         -No.


L'uomo sposato, un'altra delle brave persone che hanno segnato la mia infanzia [era una brigata di artiglieria] lo stava guidando per comprarlo in un chandlery. Il chandlery abbondava a Segovia in quel momento perché eravamo cattolici a martellare e martellare e nessuna cultura secolare.

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